L’Associazione Norberto Bobbio e il Polo Tecnologico di Pordenone promuovono
seminari per individuare idee su cui il Friuli Venezia Giulia possa organizzare
un nuovo ciclo di crescita del PIL e dell’occupazione. Questa nota sintetizza
le premesse dalle quali nasce il proposito dei seminari e gli obiettivi che i
promotori si prefiggono.
La grande depressione del dopo Lehman Brothers lascia anche in Friuli Venezia
Giulia l’eredità di una vistosa flessione della ricchezza prodotta e una consistente disoccupazione.
Il sistema economico del Friuli Venezia Giulia, similmente a quanto accade per gli apparati
produttivi più evoluti d’Europa che hanno subito l’urto della crisi mondiale, non saranno in
grado di tornare allo status quo ante limitandosi a replicare ricette e strategie che hanno
fatto di questa parte del Paese un’area affluente e senza disoccupazione: in altri termini un
caso di successo noto in tutta Europa.
Il ritorno al PIL ante Lehman Brothers e alla piena occupazione implica il massimo impegno per
conservare, quanto più è possibile, l’apparato economico esistente; parallelamente quel ritorno
comporta anche lo sforzo per avviare opportunità di reddito e di lavoro innovative che
complementino quelle più tradizionali di modo tale che nel corso del tempo gli spunti innovativi
possano compensare, e auspicabilmente con un saldo attivo, la possibile ritirata delle attività
più obsolescenti. Dunque l’intento di tornare alla condizione pre-crisi implica la non comune e
non contradditoria capacità di essere ad un tempo conservativi quanto è necessario e innovativi
il più possibile.
Gli argomenti su cui si desidera organizzare altrettanti seminari sono i seguenti: sanità, finanza,
manifattura, lavoro, education, territorio/geopolitica, pubblica amministrazione, ICT. Si tratta di
questioni in alcuni casi apparentemente lontane dall’ambito strettamenmte economico eppure
vengono proposte nella convinzione che una loro declinazione innovativa possa avere una influenza
utile su PIL e impiego. è la prima opzione per cercare di essere disruptive.