23/10/2015 venerdì 23 ottobre 2015 - ore 17:30
Sala convegni dell'Hotel Moderno - Piazza XX Settembre - Pordenone
LA QUESTIONE ADRIATICA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE
presenta:
Giovanni Polizzi
ne parlano:
Marina Cattaruzza dell’Università di Berna-CH, autrice del libro "L’Italia e la
questione adriatica Dibattiti parlamentari e panorama internazionale (1918-1926)"
Demetrio Volcic esperto di problemi internazionali, emerito europarlamentare
e giornalista RAI.
Marina Cattaruzza è professore ordinario di Storia contemporanea generale all’Historisches
Institut dell’Università di Berna e membro corrispondente dell’Accademia austriaca delle scienze.
Per il Mulino ha pubblicato «L’Italia e il confine orientale: 1866-2006» (2007). Il volume,
uscito recentemente in quarta edizione è stato finalista del Premio Acqui Storia nel 2007
e vincitore del Premio Piemonte Storia (Premio speciale della Presidenza) nel 2008.
Marina Cattaruzza ricostruisce per la prima volta in maniera approfondita la politica
estera italiana rispetto all’assetto del confine adriatico e il ruolo che tale questione ebbe
nella crisi postbellica delle istituzioni liberali. La studiosa svolge un’analisi circostanziata dei
dibattiti parlamentari relativi a tre grossi nodi della storia italiana del primo dopoguerra: il
rientro da Parigi della delegazione italiana alla Conferenza della pace come reazione di
protesta al «manifesto» di Woodrow Wilson, nettamente contrario alle aspirazioni italiane
sull’Adriatico orientale;
... vedi
le foto dell'evento [
link ]
la «marcia su Fiume» di Gabriele D’Annunzio e dei suoi legionari e l’atteggiamento delle élite
politiche italiane rispetto all’«impresa fiumana»; le trattative di pace, prima nell’ambito del
«Consiglio dei Quattro» e poi, direttamente, tra Italia e Jugoslavia, e la stipula del Trattato di
Rapallo. Nell’ultimo capitolo è trattata la politica estera nei primi anni del regime fascista, in
cui si ebbe un temporaneo avvicinamento tra Italia e Jugoslavia, in una linea di sostanziale
continuità con la politica impostata dal Governo Giolitti-Sforza. I dibattiti parlamentari sono
collocati costantemente nel più ampio panorama europeo, caratterizzato dalla fissazione di nuovi
assetti confinari e dall’affermarsi di nuove realtà istituzionali sui territori degli imperi
plurinazionali, dissoltisi nel corso del conflitto mondiale.