Interviene il Prof. Piercarlo Begotti
Storico medievalista dell'Università degli Studi di Udine
Quasi mille anni di storia dell’umanità sono stati definiti “medio evo” ponendo,
convenzionalmente, come date di riferimento il 476, fase più acuta del
collasso dell’Impero Romano d’Occidente, ed il 1492 data dell’approdo delle
caravelle di Colombo nel “nuovo mondo”. Questo lungo periodo, per troppo
tempo considerato l’epoca dei “secoli bui”, riserva in realtà ancora
molte sorprese a chi voglia occuparsene esaminando documenti,
studiandone le istituzioni, l’evoluzione sociale ed economica, le figure e gli
avvenimenti principali. Una di queste realtà è il Patriarcato di Aquileia
non a caso definito dagli storici “Uno Stato nell’Europa medievale” che,
a buon titolo, può essere definito il principale elemento
unificatore di popoli e culture del cuore del continente
europeo. I Patriarchi, che già da secoli esercitavano l’autorità
religiosa sul territorio, nel 1077 ottennero anche l’investitura
feudale che mantennero fino al 1420. In alcuni periodi il
Patriarcato estese il suo dominio sino in Istria,Valle del Biois,
Cadore, Carinzia, Carniola e Stiria. Dal 1228 al 1420 operò,
come importante Assemblea legislativa, la prima in Europa,
il “Parlamento della Patria del Friuli”, la cui formale azione
durerà fino al 1805.
Il Patriarcato aquileiese produsse una propria musicologia
religiosa, una innumerevole quantità di opere ed influenzò
notevolmente lo sviluppo economico e sociale del Friuli.
Esaminare le ricadute che tale dominio ebbe su Sacile e sul
sacilese – come farà il Prof. Pier Carlo Begotti – consentirà
di accendere i riflettori e focalizzare l’attenzione sul modo di
operare patriarchino anche nei più piccoli fra i suoi dominii,
Una chiave di lettura di sicuro interesse ed originalità.