Il FUTURO di Pordenone
Contribuisci al dibattito con il tuo intervento
Modalità di partecipazione
L'Associazione Norberto Bobbio ha lanciato una discussione pubblica sul futuro di Pordenone con
il convegno del 3 febbraio 2012: PENSIERI LUNGHI PER PORDENONE.Centralità della periferia e
nuove direttrici di sviluppo. Avviare una discussione trasparente e partecipata sulle scelte
urbanistiche di Pordenone e della conurbazione alla vigilia del nuovo piano regolatore
generale del comune capoluogo.
Il convegno è stato un appuntamento di successo per la folta partecipazione e per
i contributi all'approfondimento.
Chi desidera contribuire al dibattito lo può fare proponendo all'Associazione Norberto Bobbio
un intervento della lunghezza massima di 1.500 battute spazi inclusi. L'Associazione si riserva
la facoltà di pubblicare l'intervento su questa pagina web. L'intervento pubblicato recherà
l'indicazione dell'autore che lo ha proposto.
L'intervento va inviato al vicepresidente dell'Associazione Vincenzo Marigliano:
vincenzo.marigliano@associazionebobbio.it
Gli interventi saranno presi in considerazione al fine della pubblicazione purchè
discutano gli argomenti indicati nella traccia pubblicata qui di seguito e che ha
rappresentato anche il riferimento della discussione del 3 febbraio 2012.
18/09/2012 -
autore: Maria Alberta Manzon
Centralità della periferia e nuove direttrici di sviluppo
Appare ormai molto chiaro a molti come il nuovo PRG di Pordenone non possa essere risolto
con previsioni esclusivamente urbanistiche e relative al solo territorio comunale, né tanto
meno che la massima attenzione vada prestata alle aree collocate all’interno dell’anello
circolatorio, come invece talvolta si tende a fare, soprattutto nella collocazione di servizi.
Non solo questo perché molti servizi sono servizi del territorio, e vanno quindi visti sotto
un triplice profilo: di accessibilità anche dal territorio, degli effetti che le provenienze
dal territorio generano nelle aree urbane e dalle relazioni/esigenze di correlazione con altri
servizi, in modo tale da assicurare loro il massimo di efficienza. Da tempo oramai Pordenone
si configura come una città unica, anche se articolata nelle Autonomie amministrative di
Cordenons, Porcia e Pordenone; queste Autonomie comunali si possono per alcuni versi
specializzare, in relazione alle caratteristiche geografiche e storico-insediative,
conformando però una visione unitaria di sistema .........
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10/09/2012 -
autore: Velia Cassan
Progettare la città: come?
Nello scenario urbano che si e' venuto a creare dalla seconda meta' del XX secolo
espressioni quali "la noncittà", la "città disfatta" (Sernini, 1988), lo "spreco
urbano" (Bevivino, 1991) ricorrono di frequente nel dibattito architettonico-urbanistico.
Per lo più si parla di "nuovi modi dell'abitare", di "città diffusa", di "irreversibile fine
della città tradizionale". Questa innegabile disfatta sembra coincidere con la nascita e
l'affermazione dell'urbanistica razionalista, la scienza del controllo e del progetto del territorio
urbano. Forse l'errore sta proprio in questo, nell'aver voluto razionalizzare (e perciò ricorrendo
a delle semplificazioni elementari) un fenomeno estremamente complesso, a più dimensioni,
quale è la costruzione della città. "L'individuazione delle funzioni fatta dagli
urbanisti architetti del moderno è parziale, astratta, schematica, troppo semplice, e la
sua meccanica trasposizione su parti monofunzionali di territorio arbitraria e nociva".
(Sernini, 1988 p.262).........
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05/09/2012 -
autore: Alberto Marchiori
Centralità della periferia e nuove direttrici di sviluppo
Ripensare la città e cogliere l'esigenza della sua riqualificazione anche come opportunità per
avviaresoluzioni che contrastino la crisi, in generale, e quella del centro della nostra città,
in particolare.Mi sento di condividere le valutazioni espresse dal dott. Ragogna nella sua
relazione introduttiva e che suggeriscono di attivare tutte le risorse disponibili per avviare
un percorso di pianificazione virtuoso.
Le opere di riqualificazione energetica e quelle di ristrutturazione edilizia che comportano
importanti detrazioni fiscali, anche se articolate in dieci anni, possono essere un buon motore
per avviare un risanamento del patrimonio edilizio che risente dell'usura del tempo e di modalità
costruttive di momenti storici in cui i costi di gestione erano poco valutati perché molto
inferiori a quelli attuali. Si tratta di un patrimonio collocato ormai per lo più nelle zone centrali
e che richiede (valutazione che viene spontanea oggi che metto per iscritto le considerazioni
emerse il 22 febbraio 2012 durante il Dibattito pubblico organizzato dall'Associazione Norberto
Bobbio inmerito al PRG di Pordenone), per l'epoca della sua costruzione, di essere anche
consolidato strutturalmente in funzione della sicurezza sismica........
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05/09/2012 -
autore: Walter Lorenzon
Sopravvivere alla crisi e contribuire allo sviluppo: il ruolo delle costruzioni
nel prossimo futuro
Il settore delle costruzioni è, per definizione, un comparto ad elevata intensità
di manodopera e rappresenta, storicamente, un rilevante bacino occupazionale, le cui
dimensioni assumono ancora maggior rilievo se, anziché limitarsi a considerare
esclusivamente l'edilizia, si abbraccia l'intera filiera. Nel solo Friuli Venezia Giulia,
gli addetti del settore sono 44.000 considerando anche i professionisti e oltre 140.000
comprendendo l'intera filiera dell'abitare. Il vero significato di questi numeri emerge
dal confronto con il dato relativo alla popolazione regionale: ogni 10 abitanti ve n'è
uno coinvolto direttamente nell'edilizia o, indirettamente, nel mondo che vi ruota attorno.
In termini ancora diversi, statisticamente si può dire che ogni abitante di questa regione
ha tra i propri famigliari o conoscenti più stretti qualcuno che vive in questa realtà.
Già questi pochi numeri aiutano a capire come la crisi che sta colpendo tutta l'economia
assume nel caso delle costruzioni un carattere sistemico, con pesantissimi riflessi sul
territorio e la società nel suo insieme. Secondo i dati rilevati dalle Casse Edili della
regione, dal 2008 ad oggi il Friuli Venezia Giulia ha perso .........
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